Il merlo: altri racconti per Sofia nel cuore

Il merlo: altri racconti per Sofia nel cuore

Cari miei followers, non sempre scrivo sulle decine di eventi che vengono dedicati a Sofia nel cuore, non per mancanza ma semplicemente per tempo. Ognuno ha un suo sapore, ha una sua storia, da parte di chi l’ha strutturato, con Sofia, o con la sua famiglia o con me. Grazie veramente a tutte le centinaia di persone che ci supportano!!!

Ma stanotte non ce la posso fare devo assolutamente scrivere e spero di contenermi perché é stato un pomeriggio di emozioni vere, fortissime e bellissime, che mi hanno fatto tornare indietro nel tempo.

Oggi pomeriggio c’é stata al ristorante  “Vegia Arba”, alle ore 16, con gli amici storici di famiglia e il moderatore, il giornalista Emanuele Gerboni, grande amico di Laura, la presentazione del secondo libro del Dottor Antonio Baracchi: “Il merlo: altri racconti”. Presenti Antonio con la sua Rosa, papà e mamma di Alberto e Laura Baracchi.

Alberto, dottore anche Lui come il papà, lo conosco oggi in questa circostanza, persona riservata, ma si intuisce ed é risaputo, essere medico molto capace, come suo nonno Silvio e suo papà Antonio. Alberto é Pediatra.

Con Laura, c’è un’altra conoscenza, e permettimi di chiamarti “Dottoressa Baracchi” donna di capacità non comune sia gestionali che relazionali, rigida ma un vero Leader di cui nutro una stima immensa. Ci conosciamo perché organizzo da sempre eventi no profit e l’azienda dove lavora Laura, che volutamente non menziono, mi sostiene da sempre nei miei pazzi Progetti benefici.

Laura è anche una donna capace di tanto cuore come tutta la sua bella famiglia.

Vi domanderete perché dedicata a Sofia nel cuore? Perché la vita crea intrecci meravigliosi. Antonio e Rosa Baracchi erano carissimi amici del Dottor Felice Sacchitelli e di sua moglie Laura, genitori di Giuseppe, papà di Ilaria e Sofia. E quindi, conoscendo bene la storia di Sofia, che sarebbe dovuta diventare la quarta generazione di medico in famiglia Sacchitelli, è venuto da sé dedicare le donazioni del libro alla Fondazione fortemente voluta da Sofia, per dare un senso alla sua breve vita.

Al suo arrivo, il Dottor Baracchi, la chiamerò Antonio, per semplificare, ci accoglie con un volto sorridente ed esordisce dicendo che il giorno prima aveva avuto un malore così forte, supportato da entrambi i suoi figli, ma evidentemente il suo angelo custode aveva voluto che oggi fosse li a raccontarci.

Una delle prime osservazioni che fa Antonio, iniziando il suo racconto, che i libri non vanno letti tutti insieme ma gustati pezzo per pezzo. Io penso tra me e me, ma io quando vado ad una presentazione, alla sera inizio a leggere il libro in oggetto e lo continuo finché non finisco la sua lettura.

Allora stasera non lo farò, ho paura che Antonio, mi sgridi e che se ne possa accorgere … leggo veloce le prime pagine e poi saltello qua e là: troppa curiosità mi coinvolge.

Antonio, bimbo monello, non mite come suo fratello Gianfranco e sua sorella Carla, ma vivace come Mariangelina (io) una piccola peste, un maschiaccio vestita da bambina. Racconta tanti aneddoti della sua infanzia birichina, dei suoi castighi ricevuti, degli scappellotti presi, mi ricordano la mia infanzia, la mia mamma Marisa che per domarmi mi tirava le ciabatte e se mi raggiungeva perché ero un furetto, il battipanni sul sedere. Il battipanni me lo sono portato dietro in tutti i traslochi e lo custodisco in dispensa, ma mai usato per i miei Alfredino ed Annina. Avrò fatto bene a non usarlo?

Antonio, dice che al giorno d’oggi sicuramente si usano metodi di educazione diversa, se un insegnate ti sgridava dandoti la nota, prendevi il rimprovero anche dai genitori, ora é tutto diverso. Io posso asserire che avrò preso delle sgridate, dei castighi e anche il battipanni ma quando la mia mamma mi ha lasciato per andare in cielo ero, non ancora matura, ma pronta ad affrontare la vita che mi si prospettava.

Quanti ricordi Antonio mi ha fatto affluire al cuore con  i suoi racconti dove mi sono immersa come una bimba che ascolta affascinata il suo papà, il mio papà era una bestiolina ma un papà come Antonio che figo! La mia Mamma era nata nel 1919, 10 anni esatti prima di Lui, la sua Mamma aveva frequentato le scuole Ravasco come la mia nonna e la mia mamma ed io solo l’asilo, dove la mamma mi aveva poi tolto, indovinate perché? Antonio e Rosa si sposarono il 23 settembre del 1962, 7 giorni prima della mia nascita. Coincidenze? Non so, potrei scrivere ancora tanto ma ora vado a dormire. Continuerò questo racconto appena finisco il libro Antonio, ma non ci metterò tanto perché é troppo vero, é vita.

Grazie alla vita e all’emozioni che ogni giorno mi fa catturare.

Grazie a Antonio, Rosa, Alberto e Laura di portare avanti il ricordo ma soprattutto l’impegno di Sofia, della Dottoressa Sofia perché prima o poi lo sarai!!!

la vostra Mari

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.